Papà tedesco forse dovrà pagare gli alimenti dopo aver donato il suo sperma ad una coppia lesbica
Klaus Schroeder, nel frattempo padre di due bimbe di due anni e sei mesi, Kara e Marta, racconta la sua storia al settimanale Der Spiegel. Quando incontrò le due donne, un’insegnante e un’infermiera, nel 2006, aveva messo subito in chiaro che l’accordo non avrebbe comportato per lui alcuno svantaggio economico. Ma un anno fa le due mamme hanno richiesto gli alimenti al padre biologico e, sebbene lui voglia bene al piccolo David, oggi tre anni, e inizialmente lo abbia anche sostenuto, per esempio pagando le spese del battesimo, e frequentato, vedendolo da solo e facendosi chiamare papà David o trascorrendo con lui e la prima figlia il Natale, oggi non ritiene che questo sia suo compito.Ma il sistema giuridico tedesco in materia è chiaro: secondo il diritto di famiglia la coppia di donne ha ragione perchè prima di tutto viene il benessere del figlio, non importa come sia stato concepito. Anche nel caso in cui lui fosse stato un donatore anonimo, secondo la Costituzione tedesca ogni figlio ha il diritto di sapere chi è il padre. Se necessario i medici o le banche del seme sono comunque obbligati a rivelare il nome del donatore. Non è un caso se nel 1989, quando il diritto costituzionale confermò questo principio il numero dei donatori calò drasticamente.
Schroeder si ritroverà quindi molto probabilmente a versare almeno 270 euro (cifra destinata a salire negli anni) al mese a David fino al compimento della maggiore età.
La mamma, l’insegnante, ha spiegato che all’inizio intendeva crescere il figlio assieme alla compagna. Per paura che Schroeder avanzasse dei diritti sul bimbo aveva stretto l’accordo originario. Ma ora non vuole sobbarcarsi da sola tutte le responsabilità economiche (anche se continua a lavorare a vivere con l’amante), anche perchè il professore, dopo la nascita delle due figlie, ha perso interesse nel piccolo. Pare inoltre che la coppia di lesbiche avesse cercato una seconda maternità, chiedendo sempre a “papà Klaus” di donare il suo seme. E’ questo forse il vero motivo che ha incrinato il rapporto idilliaco tra i tre, spingendo le madri a ricorrere a vie legali.
Dallo scorso dicembre Schroeder non può più vedere il bimbo. Il papà “di favore”, che ha contestato la sua paternità (che un test del dna è pronto a confermare), non ha comunque chance di vincere la causa, ma soprattutto il signor Schroeder si sente preso in giro. Sarebbe lui il primo uomo costretto a pagare gli alimenti per avere donato il suo sperma. Solo una cosa potrebbe salvarlo: l’adozione del bimbo da parte della coppia, ma le due donne dovrebbero prima sposarsi.
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