Perseguitata dalla ex lesbica: è omofobia o femminicidio?
Storia di lesbiche. Storia che mette in crisi semantica i cultori del politically correct. In una circostanza, la donna era arrivata addirittura a minacciare la sorella della sua ex con un coltello da cucina. Alla fine, vedendo che la situazione stava sempre più degenerando, ha deciso di rivolgersi alla Polizia e denunciare i fatti. Nel corso della serata appena trascorsa la giovane, accompagnata da un’amica e dalla sorella, si è quindi recata presso il Commissariato Esposizione raccontando agli investigatori di quanto stava subendo da qualche tempo. La denuncia, però, non ha sortito gli effetti sperati, anzi. Di ritorno dal Commissariato la vittima ha subito notato di essere seguita.
A bordo di un ciclomotore, l’ex ‘compagna’ ha cercato con alcune spericolate manovre di far arrestare la corsa dell’autovettura posizionandosi davanti al veicolo, costringendo poi gli occupanti a fermarsi. A questo punto la donna ha iniziato a colpire con un casco lo specchietto retrovisore dell’auto, per poi accanirsi con calci sullo sportello. Le ragazze, per sfuggire all’aggressione, sono tornate quindi presso il Commissariato Esposizione, dove gli agenti hanno cercato di calmare gli animi. Neanche ciò è servito però a far desistere la donna dai suoi propositi.
Nel corso della notte ha continuato a inviare messaggi alla sua vittima nei quali faceva intendere di trovarsi sotto l’abitazione dei suoi familiari, costringendola di fatto la giovane a recarsi sul posto per scongiurare eventuali ripercussioni. Una volta a confronto sono proseguite le minacce, tanto da determinare l’intervento degli agenti.
La serata, a questo punto, si è conclusa per le parti in causa presso gli uffici del Commissariato Primavalle, dove M.P., a conclusione degli accertamenti, è stata arrestata per rispondere di atti persecutori ed accompagnata presso la Casa di Reclusione di Rebibbia, in attesa di essere ascoltata dal Giudice per le Indagini Preliminari
Poveri agenti, che lavoro ingrato. Chissà come si chiama il ‘femminicidio’ quando entrambe le parti sono donne: lesbicidio? Ma è ‘omofobia’ o no, in questo caso? E c’è l’aggravante dell’odio ‘omofobico’?
Sono tutte domande da porre ai parlamentari, che, come sappiamo, sono a Roma per la ‘gnocca’.
link alla notizia:
http://voxnews.info/2013/11/