Pignoramenti si possono avere sulla pensione
Limiti al pignoramento della pensione: quando è possibile pignorare due quinti e quando invece il limite è inferiore al quinto.
Se hai molti debiti e temi che i creditori possano lasciarti senza pensione, sappi che al pignoramento c’è sempre un limite massimo. Tale limite, come probabilmente già saprai, è pari a un quinto. Nessuno, pertanto, potrà mai trattenere più del 20% della tua pensione mensile. Ma, accanto a questa regola, ve ne sono numerose altre che vanno coordinate tra loro e che potrebbero farti risparmiare o, al contrario, perdere una quota superiore del tuo assegno pensionistico. Ad esempio, ti potresti chiedere: quanti pignoramenti si possono avere sulla pensione? Ed ancora: qual è il limite vitale impignorabile? Cosa succede quando i debiti sono nei confronti del Fisco? La pensione di invalidità è pignorabile? E quella di reversibilità? A queste domande daremo una risposta qui di seguito, di modo che tu sappia in anticipo cosa puoi rischiare nel caso in cui un creditore decida di avviare, nei tuoi riguardi, un pignoramento presso terzi.
Pignoramento pensione: come avviene?
Ci sono due modi in cui si può pignorare la pensione. La prima è direttamente all’Inps, prima che venga erogata al titolare. La seconda è in banca o alle poste, dopo il materiale accredito della pensione sul conto corrente. Le regole e i limiti del pignoramento sono diversi a seconda della modalità prescelta dal creditore.
Pignoramento pensione all’Inps
Se il creditore notifica il pignoramento all’Inps, l’Istituto di previdenza tratterrà dalla tua pensione un quinto per ogni mese. Ma il quinto non si applica sull’intera pensione, ma sul netto a cui è stato prima detratto il cosiddetto minimo vitale. Il minimo vitale è pari a 1,5 volte l’assegno sociale (l’importo varia annualmente). L’assegno sociale per il 2019 ammonta a 457,99 euro mensili; per cui il minimo vitale della pensione impignorabile per il 2019 è pari a euro 686,98. Per esempio, una pensione di 1.000 euro può essere pignorata per massimo un quinto della differenza tra 1.000 e 686,98 euro (un quinto di 313,02 ossia 62,60 euro).
Ogni mese, l’Inps tratterrà tali importi per versarli al creditore fino ad estinzione del debito. Pignoramento pensione in banca
Se il creditore notifica il pignoramento in banca o alle poste, le somme già presenti sul conto e ivi risparmiate possono essere pignorate solo per la parte che eccede il triplo dell’assegno sociale. Così, visto che per il 2019 l’assegno è pari a 457,99, il triplo è di 1.373,97 euro. Per cui, su un conto con 500 euro non si può pignorare nulla; su un conto con 1.500 euro si può pignorare massimo 126,03 euro. Quanto, invece, alle successive mensilità di pensione versate dall’Inps queste potranno essere pignorabili per massimo un quinto fino ad estinzione del debito.
Limiti di pignoramento per debiti fiscali o per cartelle esattoriali
La regola del quinto pignorabile subisce una deroga quando il creditore che agisce è l’Agenzia entrate riscossione per imposte e cartelle esattoriali non versate. In tal caso, si applicano i seguenti limiti:
- per pensioni di importo non superiore a 2.500 euro: il pignoramento massimo è di un decimo;
- per pensioni di importo non superiore a 5.000 euro: il pignoramento massimo è di un settimo;
- per pensioni di importo superiore a 5.000 euro: il pignoramento massimo è di un quinto, secondo quindi la regola generale.
Che succede se sulla pensione c’è già una cessione del quinto?
Eventuali cessioni volontarie del quinto fatte in favore di banche o finanziarie non vengono prese in considerazione ai fini del calcolo della quota pignorabile. E ciò perché si tratta di trattenute effettuate spontaneamente dal debitore e non di atti esecutivi. Quindi, se su mille euro di pensione c’è una cessione volontaria del 20%, il pignoramento viene ugualmente calcolato sull’intera mensilità, ossia su mille euro.
Si può pignorare la pensione di reversibilità?
Anche la pensione di reversibilità si può pignorare, tuttavia secondo le regole appena enunciate e, quindi, nei limiti massimi di un quinto per mensilità e, nel caso di pignoramento presso l’Inps, previa decurtazione del cosiddetto minimo vitale.
La pensione di invalidità, in quanto sussidio per persone disagiate, non è pignorabile a prescindere dall’importo. Lo stesso dicasi per il cosiddetto «accompagnamento» che riguarda i portatori di handicap al 100% in condizioni di incapacità assoluta di deambulare o di attendere alle attività della vita quotidiana.
Quanti pignoramenti si possono avere sulla pensione?
Potrebbe succedere che più creditori decidano di pignorare la pensione della stessa persona. Che succede in questi casi? È possibile che, dalla sommatoria dei pignoramenti, si debba rinunciare a due quinti della pensione o addirittura a tutto l’assegno? Le cose stanno nel seguente modo, ma per capirlo bisogna fare una breve premessa.
Dobbiamo catalogare i debiti in tre diverse categorie:
- debiti per imposte e altre somme dovute alla Pubblica amministrazione: ad esempio verso l’Agenzia delle Entrate Riscossione, l’Inps, ecc.;
- debiti alimentari: ad esempio, l’assegno di mantenimento dovuto all’ex moglie o ai figli;
- debiti di altra natura: ad esempio, quelli per finanziamenti, mutui, condominio, affitto, fornitori, condanne giudiziali, ecc.
Invece, è possibile più di un pignoramento sulla stessa pensione se le cause del debito sono diverse, ossia appartengono a categorie differenti. In ogni caso esiste un limite massimo: il pignoramento della pensione non può superare la metà della stessa. Ad esempio, se l’ex moglie, l’Agenzia delle Entrate Riscossione e la banca pignorano la pensione dello stesso soggetto, il giudice autorizzerà al massimo una trattenuta del 50% sull’assegno che andrà divisa tra i vari creditori.
Che succede se si pignora una quota in più della pensione?
Se le regole appena dette non vengono rispettate, è possibile fare ricorso al giudice a mezzo di un avvocato. Proprio per evitare di dover ricorrere alle vie giudiziarie in un momento successivo, è sempre consigliabile che, all’udienza di assegnazione delle somme pignorate – la cui data è indicata nell’atto di pignoramento notificato al pensionato – questi si faccia assistere da un legale che partecipi all’udienza e verifichi che i conteggi effettuati dal giudice siano corretti.
Fonte: https://www.laleggepertutti.it/