Proposta di un Fondo di Garanzia e solidarietà
Separati e divorziati: per l’inadempimento all’assegno di mantenimento, la proposta di un Fondo di Garanzia e solidarietà Dall’Unione Matrimonialisti, la proposta di un Fondo di Garanzia a sostegno di quanti non percepiscono la somma per il mantenimento. L’assenza di adeguate politiche di aiuto alle famiglie sta facendo registrare, da un paio d’anni a questa parte, una sensibile diminuzione del numero delle separazioni e dei divorzi. Le coppie in crisi, infatti, preferiscono rinunciare a un proprio diritto piuttosto che affrontare l’esborso che da esso deriverebbe.
Per tale motivo sarà presto sottoposta all’attenzione del Parlamento una proposta [1] mirante a istituire, nel nostro ordinamento, un Fondo di garanzia e di solidarietà a tutela di quei nuclei familiari che, a seguito della separazione o del divorzio, abbiano subìto un impoverimento. In pratica, in caso di inadempimento da parte del coniuge obbligato, sarà lo stesso Fondo a versare direttamente all’altra parte, la somma cui avrebbe diritto per il mantenimento proprio e/o dei figli. Beneficiari Tale fondo andrà a beneficio di quanti abbiano già diritto, per decisione del giudice, a un mantenimento da parte del coniuge, ma che di fatto non lo ricevano da almeno due mesi. Condizioni per l’accesso al fondo Per usufruire di tale agevolazione, sarà necessario che il richiedente: – abbia un reddito complessivo lordo annuo non superiore ai 20 mila euro; – che l’assegno alimentare o di mantenimento copra il 70% del predetto reddito. Ad alimentare le entrate del Fondo, sulla base della proposta, sarebbero non solo un contributo da parte dello Stato e degli istituti bancari, ma anche una parte delle somme recuperate (tramite un’azione di regresso) dai coniugi morosi e dai beni confiscati alle mafie. Il progetto prevede anche gravi sanzioni nei confronti di coloro i quali, simulando una separazione, cerchino indebitamente di procurarsi l’accesso al fondo. Si tratta di una proposta che si muove sulla scia di politiche già sperimentate in Europa (specie in Francia) e che contribuirebbe, se accolta, a restituire fiducia a moltissime famiglie schiacciate dalle gravi difficoltà economiche derivanti dalla crisi del nostro Paese.
[1] Il progetto è dei consulenti dell’AMI (Associazione matrimonialisti italiani).