Pure le donne scendono in campo per difendere i papà
Dalle proteste al Quirinale sotto casa di Napolitano a quelle davanti al Tribunale di Genova, sotto l’ufficio dei giudici che non gli riconoscono il più naturale dei diritti: quello di fare il genitore.Sono 44 giorni che il maresciallo Fabrizio Adornato non mangia un fico secco, ma la sua battaglia contro le ingiuste decisioni dei giudici sarà ancora lunga: «Ho arrestato molti delinquenti per lavoro e difesa dei cittadini.Ho presentato denuncia contro alcuni magistrati per il bene di mia figlia, ma non serbo rancore nei loro confronti. Sarei soltanto contento se il 50 per cento delle toghe genovesi lavorasse coscienziosamente».A dare sostegno alla protesta dello sciopero della fame del carabiniere e manifestare con cartelli, palloncini, striscioni e fischietti ieri non ci sono stati soltanto altri «BabboMat», ma anche decine di mamme iscritte online su www.papaseparatiliguria.itall’associazione onlus «per la bigenitorialità e la difesa dei diritti dei figli nella separazione». In prima fila il presidente Mauro Lami, la vicepresidente Patrizia Arrighetti e la tesoriera Anna Rosso. «Siamo tantissime donne in difesa della violenza sugli uomini, che spesso sono bistrattati da compagne e dai magistrati – spiega Anna Rosso – noi non siamo come un certo tipo di donne che non si fanno alcuno scrupolo di usare i figli o altre nefande tattiche, per sfruttare la situazione e ottenere un vantaggio economico. Quelle donne più che fare male ai mariti, lo fanno ai figli».
«Non si può togliere la figura genitoriale paterna e di conseguenza quella dei nonni, che sono una delle radici della famiglia – aggiunge Patrizia Arrighetti, che è anche una delle protagoniste del libro Il delirio e la speranza, Storie di padri separati di Miriam Pastorino – l’80 % delle denunce di maltrattamenti sono false e strumentali, le assistenti sociali o talune psicologhe sono impreparate. Non dovrebbe funzionare così perché noi, quando vogliamo, siamo molto sottili e cattive nelle nostre vendette. Quando sento certe storie, mi vergogno di essere donna. Non si tratta di una battaglia fra sessi, ma per ottenere la dignità di essere genitori nell’interesse dei figli». «Il mio caso è ancora più grave – spiega una giovane del ponente ligure – perché mio padre ha fatto di tutto per farmi togliere i figli, quando mio marito mi aveva abbandonato. Addirittura, me li hanno tolti mentre uno lo stavo ancora allattando».
Fabrizio Graffione