Reddito di cittadinanza: Versato direttamente alla moglie se non versa gli alimenti ai figli
Deve ritenersi pignorabile, senza l’osservanza dei limiti di cui all’art. 545 c.p.c., il reddito di cittadinanza, stante l’assenza nel testo del decreto istitutivo di qualunque riferimento alla natura alimentare di detto reddito ed il carattere predominante di misura di politica attiva dell’occupazione. Lo stabilisce il Tribunale di Trani, sentenza 30 gennaio 2020.
In base al decreto legge del Governo, il Reddito di cittadinanza spetta a chi ha un ISEE inferiore a 9.360 euro annui, la casa in cui abita, meno di 6/10 mila euro (a seconda del numero di figli) in banca e un reddito “familiare” inferiore a 8.400/12.600 euro (anche in questo caso vale il numero di figli e familiari conviventi).
La nuova misura deve essere “incrociata” con le nuove regole sul divorzio; la Cassazione – a luglio 2018- ha stabilito che l’assegno è dovuto quando tra marito e moglie (o tra gli uniti civili, nel caso di coppia same sex) c’è una rilevante disparità economica, dipendente da scelte fatte durante il matrimonio e se chi chiede l’assegno non è in grado, con i propri mezzi, di colmare questo divario.
La nuova misura deve essere “incrociata” con le nuove regole sul divorzio; la Cassazione – a luglio 2018- ha stabilito che l’assegno è dovuto quando tra marito e moglie (o tra gli uniti civili, nel caso di coppia same sex) c’è una rilevante disparità economica, dipendente da scelte fatte durante il matrimonio e se chi chiede l’assegno non è in grado, con i propri mezzi, di colmare questo divario.
Sino a oggi chi voleva l’assegno doveva provare di aver cercato inutilmente un lavoro, inviando curricula o iscrivendosi al Centro per l’impiego; quanto più giovane era il richiedente l’assegno, tanto più era richiesta una prova rigorosa. Esemplificando, si è sostenuto che una donna cinquantenne che non avesse mai lavorato non potesse ricollocarsi sul mercato del lavoro, anche se qualificata e ben istruita. Diverso l’approccio verso le under 40, considerate (e non sempre a ragione) facilitate nella ricerca di un’occupazione, anche se non corrispondente al livello di istruzione conseguito.