SAP – Sindrome di Alienazione Parentale. Il bambino di Cittadella e le violenze subite negli anni
I cardini fondamentali nell’informazione giornalistica, ovvero l’obiettività, l’imparzialità, la neutralità e la verità, nella fattispecie appaiono a dir poco offuscati dall’unico obiettivo: fare notizia. Una notizia, quella del bambino di Cittadella, barbara e deludente, gonfia di toni eccessivi e di violazioni del codice deontologico relativo al trattamento dei dati personali nell’esercizio dell’attività giornalistica (ai sensi dell’art. 25 della leg·7.g·7.e 31 dicembre 1996, n. 675 – provvedimento 29 luglio 1998 approvato dal CNOG il 3/8/1998) con particolare riferimento agli artt. 7 e 8 come rilevato altresì dal Garante della protezione dei dati personali.Violata la tutela della personalità del minore stante la pubblicazione del··nome dello stesso reso noto da ogni particolare volto all’identificazione
Assente il rilevante interesse pubblico o l’interesse oggettivo del minore che avrebbero potuto legittimamente vincere sul diritto del predetto alla riservatezza, diritto che, sempre all’art. 7,··“deve essere sempre considerato come primario rispetto al diritto di critica e di cronaca”
Lapalissiana poi la violazione dell’art. 8 del succitato codice deontologico atteso che le immagini del video distribuito alle televisioni sono lesive della dignità della persona, soffermandosi su dettagli di violenza i cui requisiti non sono essenziali alla pubblicazione perché privi di alcuna rilevanza sociale della notizia
Orbene nel caso in esame, esaminati sommariamente gli atti processuali conclusisi con una decisione della Corte di Appello di Venezia, i dettagli di violenza che avrebbero quantomeno essere sottolineati ed evidenziati dai mass media per la rilevanza della notizia, sono quelli perpetrati a danno del minore da dieci anni nell’ambiente domestico da una madre e dai suoi familiari, madre ritenuta ambigua ed inidonea ad espletare la figura genitoriale in autonomia.
La storia
La sentenza di separazione è intervenuta nel 2005. Ma la netta ostilità della madre volta ad impedire gli incontri tra il padre e il figlio, sfociano nella perdita della patria potestà della stessa con il··decreto del 2009 del Tribunale dei Minorenni di Venezia. Su appello del padre, la Corte di Venezia, con sentenza emessa il 13 luglio 2012,··affida il minore allo stesso, sulla scorta della perizia resa dello psichiatra Rubens De Nicola che accertava nel minore la SAP -··sindrome di alienazione parentale
La Corte, condividendo la necessità di allontanamento del piccolo da una madre subdolamente violenta ed alienante, disponeva la permanenza del predetto presso una comunità di accoglienza per un anno con l’obbligo per i genitori di seguire percorsi terapeutici in attuazione di un programma finalizzato alla mediazione del conflitto. La Corte specificava ”in mancanza di uno spontaneo accordo o di esecuzione degli adempimenti, l’attuazione delle disposizioni saranno adottate dal padre affidativo, che potrà avvalersi, se strettamente necessario, dell’ausilio dei Servizi Sociali e della Forza Pubblica, da esplicarsi nelle forme più discrete e adeguate al caso
La mattina del 10 ottobre, i 5 tentativi infruttuosi di convincere la madre a dare esecuzione al provvedimento della Corte D’appello, con impedimento aperto della stessa··ai Servizi Sociali di entrare in casa per accompagnare il bambino in una struttura protetta, obbligano il padre a presentarsi··a scuola, unico··luogo ritenuto idoneo per l’intervento in quanto ambiente neutro rispetto alla casa familiare
D’altra parte la reiterata vanificazione dei precedenti tentativi, resa possibile sia··dal rifiuto··del bambino che dal supporto al rifiuto stesso da parte dei componenti della famiglia materna, inducono il padre ad eseguire quanto disposto dalla Corte di Venezia con l’ausilio di tre agenti dell’ufficio dei minori, del responsabile dei servizi sociali Lorenzo Panizzolo e dello psichiatra (perito del tribunale)··Rubens De Nicola
Perché non è evidenziato nella cronaca che il comportamento ostile del bambino a seguire il padre, peggiora allorché all’uscita dell’istituto il predetto·incontra gli zii e i nonni materni, che tentano di impedirne l’allontanamento?
Perché è offuscato e non evidenziato il tentativo dei due agenti della Polizia di fronteggiare i familiari materni, con l’aiuto del terzo operatore mentre si tenta di condurre il figlio nell’autovettura?
Perché non è stata apertamente condannata dalla stampa la resistenza, sempre più accesa dei familiari materni volta ad impedire l’esecuzione spontanea di un provvedimento della Magistratura?
Lo studio legale Missiaggia Studionne.it abbraccia la tesi del questore di Padova il quale, nel confermare la necessità dell’intervento nell’interesse del minore, ha precisato che le modalità··“eccessive”, come qualificate da altri, sono state una conseguenza dell’inottemperanza reiterata della madre a dare esecuzione alla sentenza del Tribunale, che prevedeva l’allontanamento del minore dall’ambiente materno, affidandolo in via esclusiva al padre con collocamento in una comunità. “L’intervento avvenuto è stato eseguito forzatamente – spiega la questura-··atteso che,··i tentativi esperiti in passato presso la casa materna anche alla presenza dei nonni materni, non avevano avuto l’esito sperato: il bambino si nascondeva alla vista degli assistenti sociali e del personale sanitario intervenuti”
Operazione necessaria a reale tutela dell’interesse del minore, come in··perizia rilevato··dal Dott. De Nicola e assunta a presupposto della decisione della Corte, è supportare e difendere un equilibrato rapporto con entrambi i genitori. Rapporto bigenitoriale che, nella fattispecie è quotidianamente·minacciato dalla posizione della madre nel ruolo di alienante, palesata dal rifiuto del bambino di riconoscere la figura paterna e dai sentimenti di disprezzo provati nei confronti di quest’ultimo
La Pas è una sindrome di difficile riscontro e con scarse soluzioni di recupero al momento della avvenuta diagnostica. Identificata come patologia causata dal maltrattamento psicologico subito dal bambino a cura di uno dei genitori alienanti a danno dell’altro genitore alienato, necessita di una prevenzione culturale sociale capace di informare adeguatamente i genitori sull’importanza paritetica dei predetti nella crescita equilibrata del minore.·
Con provvedimenti duri ed adeguati nei confronti di chi ostinatamente è convinto nell’importanza della monogenitorialità, causa ormai nota di disagi minorili scottanti ed irreversibili.
In buona sostanza lo Studiodonne ha voluto contribuire a fornire un diverso punto di vista in una vicenda come quella di Cittadella dove l’informazione è stata parziale ed insufficiente a documentare la realtà in tutta la sua completezza
E poi la proiezione di quel video, autorizzata sine titulo, ha davvero evidenziato il dolore del minore all’assenza paterna? I disagi da questo subiti per odiarlo tanto? Il dolore e la ferita di un padre costretto a lottare per vedere tutelato il suo diritto sacrosanto a stare con suo figlio?
Fonte :·http://www.studiodonne.it/news_128.htm