Se quando si fa un figlio si dimenticano i papà
Ecco il mantra che un neo papà deve ripetersi ogni volta che si ritrova a combattere una battaglia ad armi impari contro gli ormoni della sua compagna/ mamma, agguerriti più che mai e intenzionati a non pronunciare per nessun motivo al mondo la frase: “Scusa, hai ragione!”
Inizialmente lascia correre, convinto che prima o poi tutto tornerà alla normalità, e si concentra al massimo per far convivere la sua vita lavorativa con la crescita di un figlio. Questo si traduce in una sola espressione: “Corri papà, corri!”
E ogni giorno che passa” Corri” guadagna sempre piu “R”.
E tu che fai? Corrri! “Corrri papà, corrri!”
Quando esci dal lavoro per accompagnarla alla visita ginecologica, con la ginecologa che per tutto il tempo guarda solo LEI, come se tu non fossi servito a niente. Ed è in frangenti come questi che tu inizi a credere che sia vera la storia del figlio portato dalla cicogna! Per tutta la visita cerchi di intercettare il suo sguardo, ma niente da fare. Non ti vede, non ti percepisce. Sei l’uomo invisibile. Esiste solo la donna, parla solo con la mamma. “ Corrrri papà, corrrri!”
Quando la mattina ti svegli alle 7, ti lavi in 5 minuti, ti fai la barba a freddo come Sylvester Stallone in Rambo, ti vesti al buio per non svegliarle, vai in cucina e prepari la colazione, che puntualmente rimarrà lì perché LEI resterà a letto fino a tardi (“ Cerca di comprenderla, ha da poco avuto una figlia…” ) e tua figlia appena alzata, mentre tu le correrai incontro per abbracciarla e baciarla, con la stessa simpatia di Vittorio Sgarbi, ti dirà solo: “Succo e Pippi!” (o Peppa, a seconda dei gusti del momento). “Corrrrri papà, corrrrri!”
Quando la porti all’asilo e sei in ritardo. Tua figlia si fermerà ogni metro lungo il tragitto, perché stupita dal colore di una macchina, dalla forma di una foglia, dalla macchia sul marciapiede, dalla cicca spiaccicata sul palo, dalla cacca di un cane e, nel caso piova, dalla pozzanghera, particolare da non trascurare affatto perché dire pozzanghera equivale a dire scarpe e vestiti appena messi completamenti bagnati. E ritardo all’ennesima potenza. Tutto questo con Suor Kaisersouse pronta ad aspettarti sull’uscio per dirti: “Signor Pisani, ha portato la bambina in ritardo, si rende conto!”, mentre tutte le mamme ti guardano incazzate come gli ultras allo stadio. “ Corrrrrri papà, corrrrrri!
Quando la vai a prendere all’asilo e hai poco tempo perché devi partire per andare a fare uno spettacolo. Tua figlia chiacchiera con le amichette, non vuole togliersi il grembiule e ti costringe, dopo diversi tentativi, a placcarla tipo rugby per rivestirla e uscire. Il tutto mentre tu hai addosso il cappotto, che per la fretta non hai potuto toglierti, e nell’asilo ci sono i termosifoni in modalità “ Deserto del Sahara” . Il tutto mentre altri papà nella tua stessa situazione, ovvero fradici di sudore, prossimi alla polmonite e in forte ritardo, ti guardano con complicità e rispetto.
“ Corrrrrrri papà, corrrrrrri!”
Quando la porti al parco e la fai giocare, mentre le altre mamme ti guardano come se fossi una bestia rara in via di estinzione. La spingi sull’altalena, ma tua figlia ti ripete continuamente“ Più forte papà!” e allora tu, per farla smettere, la accontenti e la spingi di più con il terrore che prenda il volo, finisca diretta sullo scivolo, acquisti più velocità e si faccia di seguito cavalluccio, dondolo, fontana e, dopo aver travolto i bambini sulla sua traiettoria, finisca di faccia sulla ghiaia. E per tutto il tempo a giocare siete solo tu, tua figlia, i bambini e le tate sudamericane o filippine il cui sguardo, dopo un intero pomeriggio passato con le piccole belve, invoca pietà! Non capisco cosa dicano, ma dal tono delle loro voci intuisco che non devono essere parole propriamente amorevoli, quelle che pronunciano verso i bambini che curano. E le mamme? Alcune altrettanto indaffarate come i papà, altre sedute a chiacchierare del nulla travestito da “secondo me!”.
“Corrrrrrrri papà, corrrrrrrri!
Quando prima di cena le fai il bagnetto e finisci totalmente fradicio, perché tua figlia ama schizzare l’acqua in tutto il bagno, costringendoti alla possibilità di prendere in considerazione l’idea di lavarla indossando cuffia, costume e occhialini. Tanto è come stare in piscina. “Corrrrrrrrri papà, corrrrrrrrri!
Quando la sera siete a tavola e tua figlia non vuole mangiare. Provi in tutti i modi a convincerla: la coccoli, le racconti una storia, le prometti delle cose e arrivi persino a fare l’aeroplanino con la forchetta, operazione per la quale hai prima dovuto prendere il brevetto da pilota aereo. Ma niente. Allora provi con la punizione del tipo: “Adesso vai in camera tua da sola e rifletti su ciò che hai fatto!”. E tua figlia in camera sua ci va, ma non a riflettere. Si mette a giocare e si dimentica di ciò che è appena accaduto, mentre tu, con le ultime forze rimaste mangi e speri di non addormentarti a tavola. “ Corrrrrrrrrri papà, corrrrrrrrrri!
“Perché prima di andare a letto devi ancora raccontarmi una favola, seduto su quella piccola seggiolina accanto al mio lettino”, quella che ti costringe a stare piegato in due e che ti fa gradatamente perdere la sensibilità degli arti. E la storia da una diventano due, e poi tre, e poi quattro e ti ritrovi seduto con tua figlia che, con l’udito della donna bionica, si sveglia anche se respiri. Stai lì, non molli e alla fine, dopo più di un’ora, hai la meglio. Ti fai i complimenti da solo, ti stringi la mano, ti alzi, ti trascini in sala, apri il balcone e, mentre LEI e tua figlia dormono ti gusti la tu sigaretta. “Papààààà! Si è svegliata
Corrrrrrrrrrrrrrrri papà, corrrrrrrrrrrrrrri!”
Fonte: http://27esimaora.corriere.it/ di Angelo Pisani*