N.33719/2010 – È reato non dire all’ex dove abitano i figli
Commette reato il genitore affidatario dei figli che non comunica all’ex dove abitano né il numero di telefono per rintracciarli,compromettendo così, lo sviluppo di un solido e sereno rapporto. Ciò anche se l’ex non contribuisce al mantenimento.
Lo ha stabilito la Corte di cassazione che, con la sentenza n. 33719 del 16 settembre 2010, ha respinto il ricorso di una donna che non aveva comunicato all’ex il luogo dove dimorava con i figli a lei affidati.
Una decisione, questa, che resta attuale anche in tempi di affido condiviso. Infatti il giudice molto spesso stabilisce che i figli vivano con uno dei due affidatari.
Nel passaggio conclusivo della sentenza che ha dato torto a una mamma di Firenze si legge che “assume rilevanza penale, quindi, la condotta del genitore affidatario che ometta di informare circa il luogo di propria dimora quello non affidatario, impedendo così a costui di intrattenere un qualsiasi libero e sereno rapporto con i propri figli. Né può farsi carico al soggetto passivo di non essersi attivato, pur avendone l’astratta possibilità, per individuare, di volta in volta, il luogo di residenza della moglie separata, gravando su quest’ultima l’obbligo di comunicare i suoi spostamenti al padre dei suoi figli minori, onde porlo nella condizione più agevole per esercitare le sue prerogative genitoriali. La condotta dell’imputata non è, infine, scriminata dalla circostanza che l’ex si sarebbe sottratto al suo obbligo di contribuire economicamente al mantenimento dei figli minori, non sussistendo un rapporto di sìnallagmaticità tra il diritto di visita del genitore non affidatario e il dovere del medesimo di fornire i necessari mezzi di sussistenza”.
La signora, affidataria dei due figli, dopo aver intrapreso una nuova convivenza aveva sempre “omesso” di comunicare all’ex marito il luogo di dimora e il numero telefonico (cambiati entrambi con una certa frequenza). Per questo il Tribunale del capoluogo toscano l’aveva condannata. La Corte d’Appello aveva confermato e oggi la Cassazione ha reso definitiva la decisione.