Suicida con i farmaci “Il mio compagno condannato per stalking, gli ho rovinato la vita”
Roberta, 48 anni, si toglie la vita per i sensi di colpa Un pensiero all’ex marito: prenditi cura di nostra figlia. «CHIEDO perdono per quello che gli ho fatto. Erano tutto falso, è stato condannato ingiustamente ».Poche righe, scritte su un foglio di carta con un pennarello rosso. Accanto al corpo, scatole di medicinali. Roberta, 48 anni, si è uccisa per la vergogna, schiacciata dai sensi di colpa per aver accusato di stalking l’ex fidanzato. «Gli ho rovinato la vita». Ai poliziotti che sono intervenuti nell’appartamento di Oregina, è bastato un controllo al terminale per capire se veramente quelle frasi avevano un senso. Sono spuntate denunce per atti persecutori, un processo e una pesante condanna per cui gli erano stati inflitti gli arresti domiciliari che confermavano la veridicità di quel “testamento” lasciato in un sacchetto appeso alla porta.
Un ultimo pensiero, in un foglio a quadretti, era rivolto alla figlia e al marito da cui era separata. “Prenditi cura di lei”. Roberta era un’infermiera. Da tempo era caduta in depressione e le erano stati prescritti psicofarmaci per aiutarla a combattere la malattia. Si è uccisa presumibilmente sabato sera dopo le undici di notte, dopo aver inviato alcuni sms alla figlia. Il medico legale Francesco Ventura da un esame esterno del cadavere non ha riscontrato segni di violenza. Sul posto è intervenuta anche la Scientifica. Sono stati eseguiti i rilievi, ma anche per il fatto che sulla porta, trovata aperta, non sono stati trovati segni di scasso e in casa non mancava nulla, gli inquirenti propendono per un malore dovuto proprio all’assunzione dei medicinali. La salma è stata comunque trasferita a medicina legale all’ospedale San Martino ed è probabile che venga eseguita nelle prossime ore l’autopsia.
La scoperta della tragedia è stata fatta quasi per caso ieri mattina alle 5 da una vicina di casa, che ha visto gironzolare per le scale il gatto della donna. “Alle 4, ho chiamato la guardia medica perché mi sentivo male – ha raccontato agli agenti delle Volanti – . Mezz’ora dopo che il medico è andato via, ho sentito dei rumori nel pianerottolo e sono andata a controllare”. La donna apre la porta e incontra un vicino che sta andando in garage ad aiutare il figlio a cambiare la gomma bucata della macchina. In quel frangente, in casa si infila fulmineo il gatto della vittima. “Siamo riusciti a prenderlo e sono scesa al piano di sotto per riconsegnarlo a Roberta. Ho visto che la porta era socchiusa e dopo averla chiamata più volte, non rispondendomi, mi sono preoccupato e sono entrata”. La luce del salotto e la tv erano accese. Il cadavere era vicino all’ingresso. “Ho pensato stesse male, sono corsa a casa e ho chiamato il 118, ma purtroppo quando è arrivato non c’era più nulla da fare”. Sul posto intervengono due equipaggi del commissariato Centro. All’interno di un sacchetto appeso alla porta vengono trovati i due fogli scritti con una penna nera e un pennarello rosso in cui la donna chiede perdono all’ex compagno. Alcuni frasi sono rivolte alla polizia. “Toglietegli le condanne perché non ha fatto nulla”.
di STEFANO ORIGONE
Fonte:La Repubblica.it